4a GIORNATA NAZIONALE FAI CISL PER LA CURA DELL’AMBIENTE
L’iniziativa della Federazione agroalimentare della Cisl, rilancia la salvaguardia dell’ambiente, assieme sostenibilità sociale, ambientale ed economica
Tutto pronto per la quarta edizione di Fai bella l’Italia, l’iniziativa della Federazione Agroalimentare della Cisl (FAI) che, in occasione della Giornata Nazionale per la cura e l’ambiente del 5 giugno, rilancia la salvaguardia dell’ambiente, organizzando su tutto il territorio nazionale iniziative rivolte alla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio paesaggistico.
“In occasione del VII° Congresso FAI CISL – commenta il Segretario Generale Nazionale, Onofrio Rota – oltre 400 tra delegati, operatori e dirigenti del nostro sindacato hanno partecipato a un’edizione speciale della Giornata per la cura dell’ambiente. Durante la pulizia della spiaggia di Capoiale, nel Parco nazionale del Gargano, sono stati raccolti oltre mille chili di rifiuti portati dalle mareggiate invernali, tra i quali soprattutto plastica. A dimostrazione del fatto che anche nelle aree protette, dove i rifiuti non sono lasciati direttamente dalle persone, ricadono sempre e comunque le conseguenze impattanti delle attività dell’uomo.”
Diventa indispensabile riequilibrare le conseguenze delle nostre azioni quotidiane attraverso azioni di recupero e valorizzazione del nostro patrimonio paesaggistico, sia nell’ottica del contrasto al cambiamento climatico, sia per dare un forte segnale di presidio del territorio e di responsabilità civile.
Il progetto Fai bella l’Italia oltre a promuove la tutela dell’ambiente, ha l’obiettivo di ricordare a tutti noi che la salvaguardia dell’ambiente dipende dal comportamento quotidiano di ogni singola persona.
“Oggi, più che mai – spiega Gobbo – diventa fondamentale mettere assieme sostenibilità sociale, ambientale ed economica, anche attraverso un rapporto sano e bilanciato tra uomo e territorio, senza dimenticare la salvaguardia di tutte quelle specificità ed eccellenze che all’ambiente si legano, come i prodotti agroalimentari locali con le loro tradizioni”.
La Fai Cisl rappresenta quei settori legati all’ambiente come l’agricoltura, la bonifica, la forestazione e la pesca, il cui contributo è prezioso grazie al lavoro di chi, quotidianamente, si impegna per la tutela del patrimonio naturale e paesaggistico, per rilanciare in modo intelligente i territori marginalizzati e nel contempo per contrastare lo spopolamento nelle zone oggi più disagiate.
IN FRIULI VENEZIA GIULIA l’iniziativa è PREVISTA per MERCOLEDI’ 1 GIUGNO ORE 9.00 a POZZUOLO DEL FRIULI
LAVORO, ROTA (FAI CISL): “RINNOVO CCNL BRACCIANTI MESSAGGIO DI FIDUCIA PER IL PAESE”
ROMA, 24 MAGGIO 2022 – “Il rinnovo del contratto nazionale degli operai agricoli e florovivaisti rappresenta davvero una bella conquista per le lavoratrici e i lavoratori, è un sostegno concreto al made in Italy agroalimentare che per affrontare le sfide presenti e future dovrà fare sempre più leva sul lavoro dignitoso e di qualità”.
Lo scrive sulla pagina Facebook della Fai Cisl il Segretario Generale Onofrio Rota, commentando la sigla del nuovo ccnl dei braccianti avvenuto questa notte a Roma.
“Il rinnovo contrattuale – afferma il sindacalista – giunge in un periodo difficile per tutti e gravemente segnato dalla guerra in Ucraina, dal caro vita e da tante speculazioni in corso sull’energia e su diverse materie prime. Grazie alla responsabilità delle parti sociali, abbiamo condotto una trattativa molto complessa, riuscendo a costruire un contratto che rafforza il protagonismo dei lavoratori e delle lavoratrici, consolida in modo rilevante il loro potere d’acquisto, la formazione, la bilateralità, la contrattazione di secondo livello, il welfare, con un’attenzione particolare alle tutele della maternità e della salute. L’accordo raggiunto rafforza inoltre la lotta al caporalato, unisce buona flessibilità e diritti della persona, rinnova aspetti importanti della classificazione: la chiusura della trattativa rappresenta davvero un bel messaggio di fiducia per tutto il Paese”.
Nel rinnovo contrattuale è previsto un aumento salariale del 4.7% nel biennio che sarà erogato in tre tranche: il 3% a partire da giugno 2022, l’1,2% da gennaio 2023 e lo 0,5 a giugno 2023. Elemento innovativo è l’impegno ad incontrarsi a settembre 2023 per verificare l’inflazione reale del biennio e rivalutare l’adeguamento economico. Tra i punti qualificanti del rinnovo si conferma il modello contrattuale che si articola a livello nazionale e provinciale. Per evitare ulteriori futuri ritardi nei rinnovi dei CPL, è stato definito che gli effetti economici abbiano decorrenza nell’ambito del biennio di riferimento.
Grande rilievo viene dato alla bilateralità e al ruolo degli Ebat, con una serie di misure che prevedono il rafforzamento dell’integrazione fra scuola e lavoro e l’accesso prioritario alla formazione e all’informazione sui temi della salute e della sicurezza. É stata inoltre inserita l’opportunità di effettuare un monitoraggio, anche attraverso l’Eban, per verificare le trasformazioni delle casse extra-legem in Ebat e viene rafforzato lo strumento delle convenzioni, utile alla salvaguardia e alla stabilizzazione occupazionale.
Tra le novità in tema di welfare, un’integrazione del 20%, che si aggiunge all’80% attualmente riconosciuto dall’INPS, per i cinque mesi di maternità obbligatoria; per gli operai a tempo indeterminato, il riconoscimento di un assegno di solidarietà non solo per gravi patologie ma anche per interventi chirurgici e l’istituzione della Cassa Rischio Vita; l’aumento da due a tre mesi dell’indennità per lavoratrici vittime di violenza di genere. Un altro elemento fortemente richiesto dalle parti sociali, e inserito nel contratto, è l’aggiornamento di alcuni profili all’interno della classificazione, in particolar modo per gli operai florovivaisti.
DISOCCUPAZIONE AGRICOLA: come viene calcolata?
L’indennità di disoccupazione agricola è erogata per un numero di giornate pari a quelle lavorate nell’anno di competenza della prestazione entro il limite delle 365 giornate (366 in relazione agli anni bisestili).
Vengono sottratti:
- periodi di lavoro agricolo e non agricolo dipendente e autonomo,
- le giornate indennizzate ad altro titolo (ad esempio, per malattia, maternità o infortunio, cassa integrazione).
Saranno aggiunti i periodi di:
- trattamento di integrazione salariale in deroga fruiti nel 2021 dagli operai agricoli a tempo determinato in conseguenza dell’emergenza epidemiologica,
- CISOA fruiti dagli operai agricoli a tempo indeterminato con le causali “COVID-19”,
- i periodi di CIGO e di CIGO per sospensione di CIGS con le causali “COVID-19” fruiti dagli operai agricoli a tempo indeterminato dipendenti dalle cooperative agricole e loro consorzi di cui alla legge n. 240
Ai fini del calcolo dell’indennità spettante in relazione ai periodi di fruizione dei trattamenti di integrazione salariale l’Istituto, anche per la prestazione di competenza del 2021, utilizzerà come retribuzione di riferimento l’importo giornaliero percepito per i trattamenti stessi.
Ai fini del calcolo dell’indennità spettante si utilizzerà come retribuzione di riferimento l’importo giornaliero percepito per i trattamenti stessi.
L’importo dell’indennità di disoccupazione agricola spettante per il 2021 sarà pari al 40% per gli operai agricoli a tempo determinato e al 30% per gli operai agricoli a tempo indeterminato della retribuzione di riferimento, costituita dalla media ponderata tra la retribuzione riferita ai giorni di lavoro effettivo e quella percepita in relazione ai periodi di trattamento di integrazione salariale fruiti.
Per gli operai a tempo determinato, a titolo di contributo di solidarietà, dall’importo così calcolato viene detratto il 9% dell’indennità giornaliera per ogni giornata di disoccupazione erogata, fino a un massimo di 150 giorni.
Prevenzione e contrasto al lavoro nero in agricoltura: la parola all’esperto
Per lungo tempo l’ordinamento giuridico nazionale ha combattuto il c.d. caporalato e lo sfruttamento lavorativo senza la definizione di figure di reato ad hoc e in un quadro sanzionatorio di natura contravvenzionale.
Solo con la Legge n. 199/2016 l’Italia si è dotata di una normativa adeguata in materia. L’aspetto della prevenzione del fenomeno criminale, tuttavia, è stato trascurato.
A ciò pare finalmente porre rimedio il recente Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato adottato dal Ministero del Lavoro. Ma l’attuale emergenza sanitaria impone soluzioni immediate per la tutela di molti braccianti stranieri.
Approvato con uno stanziamento di 88 milioni di euro, il Piano triennale è articolato in quattro assi strategici:
a) prevenzione;
b) vigilanza e contrasto al fenomeno;
c) protezione e assistenza delle vittime;
d) loro reintegrazione socio-lavorativa.
Per ognuno di questi assi si individuano dieci azioni prioritarie da intraprendere, dalle quali emerge con chiarezza l’attenzione sul fronte della prevenzione del fenomeno criminale
Combattere lo sfruttamento lavorativo e il caporalato non significa solo punire i carnefici e tutelare le vittime di questi reati così odiosi, ma anche intervenire su chi ne beneficia, creando valide alternative ai canali illegali di approvvigionamento della manodopera agricola.
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La crisi del latte rischia di mettere in ginocchio le Aziende zootecniche del FVG
La Fai Cisl Fvg chiede di attivare subito il tavolo di confronto
Pare non riesca a trovare pace il settore zootecnico legato alla produzione di latte bovino nella nostra regione: un alimento essenziale nella nostra alimentazione che è stato e continua ad essere bistrattato, dandone tempo fa un’immagine distorta sulla sua salubrità ed in seguito da un’economia produttiva di filiera che invece di premiare questo prodotto primario, pare giochi con prezzi al ribasso con il rischio che i produttori decidano di fare altro.
Si sperava che con l’abrogazione delle quote latte il settore zootecnico potesse avere il giusto riconoscimento economico-produttivo, in quanto poter produrre maggiori volumi poteva essere un modo per ridurre i costi fissi, afferma Stefano Gobbo segretario regionale della FAI Cisl del Friuli Venezia Giulia, considerato che il latte nazionale copre solo l’80% del fabbisogno interno. Invece siamo punto e a capo continua Gobbo.
Preoccupano gli aumenti dei prezzi legati alla produzione, ma ancor più le difficoltàche si profilano, in conseguenza del conflitto fra Russia e Ucraina, per le forniture di mais, cereale del quale l’Italia è deficitaria per circa il 50% del proprio fabbisogno.
E infatti la FAI Cisl con la CISL del FVG si uniscono alle preoccupazioni espresse dai vertici dell’Associazione Allevatori del FVG: l’aumento smisurato dei costi energetici, delle materie prime per la coltivazione dei terreni e dei concentrati per l’alimentazione degli animali, mette gli allevatori di latte bovino nelle condizioni di effettuare delle scelte definitive di abbandono di questo settore, con evidenti riflessi negativi sull’intera filiera della trasformazione che forse non vengono compresi nell’immediato dai consumatori, ma riteniamo che mai come ora si renda necessario ragionare sul soddisfare il nostro fabbisogno interno.
Mettere in ginocchio il settore zootecnico – dichiara la segreteria regionale Cisl FVG, Claudia Sacilotto – significa colpire al cuore l’agricoltura friulana in quanto queste aziende, circa 700 in regione, creano buona occupazione. Infatti oltre ad essere impiegati gli imprenditori agricoli e loro familiari, vi operano anche i dipendenti agricoli. Si stima che una azienda su tre abbia almeno 2 dipendenti.
La caratteristica del settore zootecnico, specialmente in montagna continua Sacilotto, è dare una presenza qualificata sul territorio che oltre a mantenere la presenza di aziende che producono, curano e salvaguardano il territorio. In poche parole: è un modo intelligente per combattere lo spopolamento di aree geografiche già in difficoltà.
E’ importante che in questa delicata crisi la Regione attivi quel tavolo annunciato a mezzo stampa, affermano Gobbo e Sacilotto, affinchè ognuno venga sollecitato a creare le condizioni affinchè vengano rispettate le ultime indicazioni di Ismea sul prezzo del latte alla stalla.
D’altro canto anche le aziende zootecniche dovranno evolversi, così come è emerso nella 115esima edizione di Fieragricola, che si è svolta a Verona dal 2 al 5 marzo: innovarsi con investimenti in tecnologia e genetica, altresì in campo ambientale e nelle energie rinnovabili, roboticae strumentazioni digitali, con ricerca e consolidamento di spazi commerciali sia interni che all’estero, dove il settore potrà essere vincente su qualità e salubrità dei prodotti e con il necessario ricambio generazionale.
La FAI Cisl con la Confederazione si appellano al senso di responsabilità di tutti gli attori della filiera, affinchè il tavolo istituzionale trovi le giuste risposte ed i giusti equilibri in modo tale che il settore zootecnico possa continuare ad esistere ed a dare risposte sia agli allevatori che ai consumatori.
UCRAINA, ROTA (FAI-CISL): “AGROALIMENTARE IN DIFFICOLTÀ, EVITARE RICADUTE OCCUPAZIONALI”
“L’Europa ha sbloccato un milione di ettari per coltivare grano, in Italia si parla di uno sblocco di terreni a riposo per circa 200mila ettari, il problema è che molti stanno pensando di convertire le coltivazioni, ad esempio dal pomodoro al grano, e questo potrebbe avere delle ricadute negative anche occupazionali, dato che la produzione del grano richiede meno manodopera, vanno evitate”.
Lo ha afferma il Segretario Generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, in un’intervista pubblicata su Il Diario del Lavoro in occasione del congresso nazionale che il sindacato svolgerà dal 5 al 7 aprile in Puglia, nel foggiano.
“Con la guerra in Ucraina – aggiunge Rota – si sono rimessi in discussione i sistemi di produzione: mentre con la pandemia hanno pagato più il commercio e il canale della distribuzione tradizionale, adesso il prezzo più alto lo paga il manifatturiero e non vale soltanto per il settore agroalimentare. Il settore e tutta la sua filiera rappresenta un asset strategico sia per il Paese che per l’export, che ha raggiunto nel 2021 circa i 52 miliardi di fatturato, ed è stato un record, ma la nostra industria di trasformazione non si alimenta solo con la produzione nazionale ma anche con materie prime che giungono dall’estero. È chiaro che la visione più protezionistica generata dalla guerra sta creando difficoltà, ad esempio nel settore delle carni come in quello lattiero-caseario. Oggi non c’è soltanto un cambio di assetti geopolitici ma di visione dei nuovi assetti alimentari: per questo non dobbiamo soltanto chiederci come sfamare 8 miliardi di persone, ma chi le sfamerà, e questo punto diventerà centrale nell’economia del domani”.
Quanto ai temi congressuali, legati anche alla crisi ucraina, ha affermato Rota: “Noi abbiamo usato per il nostro congresso una bella parola, ‘rigenerazione’, non ripartenza, significa rigenerare nuovi concetti, strade, orientamenti sia sui temi legati alla persona nel nuovo contesto sociale che sui temi del lavoro. Abbiamo definito questo periodo storico ‘straordinario’. Questo secolo ci ha masso a dura prova da tanto tempo, nel 2001 con le torri gemelle, dal 2007 al 2014 con la crisi finanziaria, poi con la pandemia, oggi la guerra e l’inflazione: in questo cambiamento epocale il nostro congresso si inserisce per essere un punto di riferimento nel mondo del lavoro che rappresentiamo, cioè il mondo agricolo, alimentare e ambientale, come i consorzi di bonifica e i servizi forestali. Sapere interpretare questo tempo non è facile, c’è bisogno di strumenti come la contrattazione, la partecipazione, la formazione dei lavoratori per acquisire e rafforzare le competenze. C’è bisogno di creare una rigenerazione anche a livello di ricambio generazionale: la nostra categoria avrà nei prossimi anni un’alta età media. Sono tutte tematiche che portiamo al congresso per rafforzare l’azione da mettere in campo ed essere punto di riferimento per i lavoratori”.
III CONGRESSO FAI CISL FRIULI VENEZIA GIULIA
STEFANO GOBBO CONFERMATO ALLA GUIDA DELLA FAI CISL FRIULI VENEZIA GIULIA
Sicurezza, contrattazione e lotta al caporalato tra le priorità del III° Congresso della federazione agroalimentare e ambientale regionale. Intervenuti anche il Segretario generale Usr Cisl Alberto Monticco e il Segretario generale della Fai Cisl nazionale Onofrio Rota.
Si è svolto a Tricesimo in provincia di Udine il terzo congresso della FAI Cisl del Friuli Venezia Giuliafederazione che in regione conta quasi 4 mila lavoratori iscritti.
Si è svolto a Tricesimo in provincia di Udine il terzo congresso della Fai Cisl Friuli Venezia Giulia, federazione agroalimentare e ambientale che in regione conta quasi 4 mila lavoratori iscritti. L’assemblea, dal titolo “RiGenerazione: persona, lavoro, ambiente”, ha confermato all’unanimità Stefano Gobbo Segretario generale; al suo fianco nella segreteria regionale sono stati eletti Andrea Menegoz, Segretario generale aggiunto, Francesca Pezzutto, Massimiliano Nardini e Marco Savi.
In regione, ha denunciato Stefano Gobbo affrontando i temi della pandemia, “sistema sanitario, scolastico ed economico rischiano il collasso, ma anche nell’agroalimentare stiamo subendo gli effetti di questa quarta devastante ondata, infatti nel mese di gennaio è mancata tra il 25 e il 30% della forza lavoro”. Altra urgenza, la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro: “Nel 2021 abbiamo avviato la campagna ‘Fermiamo le stragi nei luoghi di lavoro’ – ha detto Gobbo, ricordando Alessandro Alessandrini, giovane deceduto nel 2020 nel prosciuttificio in cui lavorava – ma è urgente riprendere con maggiore incisività la promozione della cultura della prevenzione, per cui appena la pandemia lo permetterà torneremo a svolgere incontri formativi in presenza con i delegati e i rappresentanti per la sicurezza, per approfondire gli adeguamenti normativi e sensibilizzare tutti i lavoratori”.
Diverse le sfide della contrattazione sottolineate da Gobbo, a cominciare da quelle per gli operai agricoli: “Ad aprile 2021, dopo 15 mesi dalla scadenza – ha ricordato il sindacalista – abbiamo rinnovato il contratto regionale, che riguarda quasi 18 mila lavoratrici e lavoratori e che contiene novità importanti come quelle sugli appalti, impegnando le aziende che ne fanno uso a darne comunicazione all’ente bilaterale territoriale. Ora un altro obiettivo è quello di arrivare ad un unico ente bilaterale regionale, che possa equiparare le prestazioni erogate, oggi troppo diversificate, tra le ex provincie della regione. Mentre a livello nazionale ci auguriamo tempi ristretti per il rinnovo del Ccnl, che dovrà tenere conto anche della nuova Pac, che finalmente include una clausola sociale per subordinare i finanziamenti europei al rispetto delle norme e dei contratti: uno strumento in più per combattere, assieme alla nostra campagna Sos Caporalato, il lavoro sottopagato e nero, purtroppo ancora ben presente anche nella nostra regione. Finora – ha spiegato Gobbo – il nostro impegno per arginare il fenomeno non è stato vano, il lavoro nero sta diminuendo e siamo riusciti a garantire a tanti operai diritti di tutela contrattuale e di welfare, maternità, malattie e fondi sanitari, prima negati, ma la strada da fare è ancora tanta, specialmente per scovare le tante imprese agricole che illegalmente si affidano a imprese individuali, solitamente avviate da immigrati, per reclutare manodopera a basso costo”.
Il tema della sicurezza è stato centrale anche nell’intervento del Segretario generale della Cisl Friuli Venezia Giulia, Alberto Monticco, che ha denunciato: “Nel 2021 in regione abbiamo avuto 22 morti sul lavoro, dobbiamo invertire la rotta puntando sulla formazione ma anche su scelte politiche concrete, ad esempio il progetto per la patente a punti per misurare il rispetto delle norme di sicurezza, presentato da Cgil Cisl e Uil, è fermo da troppo tempo in Parlamento”. Il sindacalista ha ricordato anche la morte del diciottenne avvenuta in provincia di Udine dieci giorni fa, in un’azienda metalmeccanica: “Per quel drammatico incidente alcuni hanno accusato l’alternanza scuola lavoro, che però non c’entra nulla.
La sfida è insegnare la prevenzione a tutti coloro che entrano in azienda, inoltre dobbiamo sostenere di più i lavoratori che nei luoghi di lavoro denunciano le condizioni di rischio”.
Dopo gli interventi di delegati, operatori e dirigenti, i lavori si sono conclusi con il Segretario generale della Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota, che rilanciando la campagna “Non c’è cibo senza terra” ha ricordato i dati del consumo di suolo agricolo: “In Italia tra cementificazione e pannelli fotovoltaici spariscono 2 metri quadri di suolo al secondo, la cosa peggiore è che si tratta soprattutto di suolo delle aree a tutela paesaggistica, delle aree protette, dei territori agricoli, di quelli ad alta pericolosità idraulica: un trend continuato anche quando la crescita economica era crollata a causa della pandemia, e che permane nonostante il calo demografico e l’abbandono dei borghi. La sfida per una vera transizione ecologica si vince recuperando l’esistente, riciclando gli scarti, riconvertendo le produzioni, rigenerando i tessuti urbani, e le professionalità agroalimentari e ambientali sono parte determinante di questa sfida”. “Gli stessi rinnovi contrattuali – ha detto Rota, ricordando i recenti rinnovi dei Ccnl degli operai idraulico forestali e degli allevatori, avvenuti dopo dieci anni di stallo – sono passaggi fondamentali per rilanciare comparti che sono al centro della difesa del territorio e della ricchezza delle aree interne”.
Assegno unico per i figli: come funziona
Cos’è e come funziona l’Assegno Unico Universale ? Quando e come fare domanda per averlo?
Dal 1° marzo 2022 entra in vigore l’Assegno Unico e Universale (AUU) per figli a carico, il beneficio economico attribuito, su base mensile, per il PERIODO COMPRESO TRA MARZO DI CIASCUN ANNO E FEBBRAIO DELL’ANNO SUCCESSIVO, ai nuclei familiari sulla base della condizione economica del nucleo identificata dall’ISEE.
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Che cos’è?
Si tratta di un beneficio economico mensile, attribuito dal mese di marzo di ciascun anno al mese di febbraio dell’anno successivo, secondo un criterio di progressività (importi più bassi per redditi più alti) a tutte le famiglie con figli a carico, a prescindere dal reddito e dall’occupazione, calcolato in base alla condizione economica e patrimoniale del nucleo, misurata dall’Isee.
Requisiti
Il richiedente deve essere in possesso congiuntamente dei seguenti requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno:
- sia cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione Europea o titolare del diritto di soggiorno;
- sia soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
- sia residente e domiciliato in Italia o lo sia stato almeno per 2 anni, anche non continuativi, o sia titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.
Per chi è riconosciuto?
- Per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal 7° mese di gravidanza;
- Per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento del 21° anno di età, che:
- frequenti un corso di formazione scolastica/professionale o un corso di laurea;
- svolga un tirocinio o un’attività lavorativa con un reddito complessivo inferiore a € 8.000/annui;
- sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro o svolga il servizio civile universale;
- Per ciascun figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.
Cosa sostituisce l’Assegno Unico
L’ Assegno Unico sostituisce:
- l ‘assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori,
- il premio alla nascita (bonus mamma domani), le detrazioni fiscali per i figli,
- l’assegno per il nucleo familiare,
- l’assegno di natalità (bonus bebè),
- Il bonus mamma domani non verrà erogato nei mesi di gennaio e febbraio 2022,
- Detrazioni e assegni familiari scompariranno dalle buste paga di marzo 2022.
Come si presenta la domanda?
- Può essere presentata a decorrere dal 1° gennaio di ciascun anno ed è riferita al PERIODO COMPRESO TRA il mese di MARZO dell’anno di presentazione della domanda e quello di FEBBRAIO DELL’ANNO SUCCESSIVO.
- E’ PRESENTATA DAL GENITORE o da chi esercita la responsabilità genitoriale, una volta all’ anno (è possibile aggiungere ulteriori figli per le nascite) tramite ISEE (chi non lo presenta percepirà l’importo minimo).
Quali documenti servono?
- Documento d’identità del richiedente, codice fiscale dei figli;
- IBAN intestato al richiedente (IBAN dell’altro genitore SOLO se si richiede il pagamento separato al 50%)
- ISEE del Nucleo familiare.
Quanto spetta?
Indicativamete, per ciascun figlio minorenne è previsto un importo pari a 175 euro mensili. Questo importo spetta in misura piena per un Isee pari o inferiore a 15 mila euro. Per livelli di Isee superiori, si riduce gradualmente fino a raggiungere un valore pari a 50 euro in corrispondenza di un Isee pari a 40 mila euro. Per i livelli superiori a 40 mila euro l’importo rimane costante.
Fino al compimento del 21esimo anno di età è previsto un importo pari a 85 euro mensili. Tale importo spetta in misura piena per un Isee pari o inferiore a 15 mila euro. Per livelli di Isee superiori, si riduce gradualmente fino a raggiungere un valore pari a 25 euro in corrispondenza di un Isee pari a 40 mila euro. Per livelli di Isee superiori a 40 mila euro l’importo rimane costante.
Per ciascun figlio successivo al secondo (dal terzo figlio in poi) è prevista una maggiorazione dell’importo pari a 85 euro mensili. Tale importo spetta in misura piena per un Isee pari o inferiore a 15 mila euro. Per livelli di Isee superiori, si riduce gradualmente fino a raggiungere un valore pari a 15 euro in corrispondenza di un Isee pari a 40 mila euro. Per livelli di Isee superiori a 40 mila euro l’importo rimane costante . Per ciascun figlio disabile minorenne è prevista una maggiorazione degli importi.Per le madri di età inferiore ai 21 anni è prevista una maggiorazione dell’assegno pari a 20 euro mensili per ciascun figli
Ai nuclei con quattro o più figli viene riconosciuta, dal 2022 in poi, una maggiorazione forfettaria pari a 100 euro mensili per nucleo. Nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro è prevista una maggiorazione per ciascun figlio minore pari a 30 euro mensili. Tale importo spetta in misura piena per un Isee pari o inferiore a 15 mila euro.
Come viene erogato l’Assegno Unico?
- Per le domande presentate dal 1° gennaio al 30 giugno l’assegno decorrere da marzo.
- Per le domande presentante dal 1° luglio in poi, l’assegno decorre dal mese successivo alla domanda.
- L’assegno è corrisposto dall’INPS ed erogato al richiedente. Il pagamento è effettuato in misura intera al genitore richiedente con possibilità di richiedere il pagamento dell’assegno in misura ripartita tre i genitori.
L’Assegno è compatibile con altre misure?
L’assegno è compatibile con la fruizione di eventuali altre misure in denaro in favore dei figli a carico che siano erogate da Regioni ed enti locali. In caso di Reddito di cittadinanza il beneficio viene corrisposto d’ufficio congiuntamente all’erogazione dello stesso.