AGRICOLTURA: Rinnovato il Contratto Regionale degli Operai Agricoli e Florovivaisti
Siglato nella tarda serata di ieri, il rinnovo del Contratto regionale di Lavoro degli Operai Agricoli e Florovivaisti, scaduto il 31 dicembre scorso.
Il contratto, firmato tra Fai-Cisl, Uila-Uil, Confagricoltura, Coldiretti e Cia del Friuli Venezia Giulia sarà vigente dal 2024 al 2027 per la parte normativa, mentre per la parte economica la valenza sarà biennale 2024/2025. Leggi tutto
CONFERENZA STAMPA
CONTRATTO REGIONALE OPERAI AGRICOLI E FLOROVIVAISTI:
FAI CISL – FLAI CGIL – UILA UIL CHIEDONO IL RINNOVO DEL CONTRATTO
SCIOPERO VENERDI’ 2 AGOSTO 2024
Tuteliamo la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori del settore
Dopo sette mesi di vacanza contrattuale e dopo diversi incontri con le rappresentanze datoriali di Confagricoltura, Coldiretti e Cia, “IL TEMPO È SCADUTO” dichiarano i segretari regionali di FAI Cisl Stefano Gobbo, FLAI Cgil Maurizio Comand e UILA Uil Pier Paolo Guerra.
Le Segreterie Regionali hanno deciso di indire lo stato di agitazione, i cui dettagli saranno annunciati con una conferenza stampa che si terrà:
mercoledì 31 luglio alle ore 10.30
presso la sede Cisl di Udine
via Teobaldo Ciconi, 16.
Le Lavoratrici ed i Lavoratori occupati nel settore, che ogni giorno con il loro duro lavoro portano sulle nostre tavole l’eccellenza della produzione regionale meritano un rinnovo contrattuale che sappia dare loro una risposta dignitosa sia in termini economici sia normativi, non è più possibile attendere per dare risposte concrete agli oltre 18.000 occupati di cui 15.000 a tempo determinato.
La struttura contrattuale in vigore nel settore lega ai rinnovi dei Contratti Regionali una parte importante degli incrementi salariali e senza questa non è possibile garantire il potere d’acquisto delle retribuzioni, Confagricoltura, Coldiretti e Cia non hanno la volontà di rinnovare il Contratto Regionale di Lavoro.
È ora di riprendere un confronto serio e responsabile per dare giusti diritti a tutti i lavoratori e le lavoratrici, a partire dal salario, dalla salute e sicurezza e dalla formazione”.
Segreteria FAI CISL FVG Segreteria FLAI CGIL FVG Segreteria UILA UIL FVG
LAVORO: RINNOVATO CCNL COOPERAZIONE AGRICOLA, SODDISFAZIONE DEI SINDACATI
19 luglio 2024 – È stato siglato oggi nel Palazzo della Cooperazione di Roma il rinnovo del CCNL per i lavoratori dipendenti delle cooperative e consorzi agricoli, scaduto il 31 dicembre scorso. Il contratto, firmato tra Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil, Agci-Agrital, Fedagripesca-Confcooperative e Legacoop-Agroalimentare sarà vigente dal 2024 al 2027.
“La firma – dichiarano i segretari generali di Fai, Flai e Uila, Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Enrica Mammucari – è stata raggiunta dopo una trattativa complessa e una rottura del negoziato che ha portato alla grande mobilitazione e allo sciopero del 1 luglio, in quanto era indispensabile arrivare a un accordo che valorizzasse il settore rispettando le professionalità e tenendo conto soprattutto della perdita del potere di acquisto dei lavoratori degli ultimi anni”.
L’aumento salariale, pari a 170 euro a regime, con un montante di 6.885 euro sul quadriennio, sarà erogato con quattro tranche: 95 euro dal primo aprile 2024, 25 euro dal primo maggio 2025, altrettanti dal primo maggio 2026 e i restanti 25 dal primo febbraio 2027.
Tra i punti qualificanti, un miglioramento della regolamentazione degli appalti, prevedendo tra l’altro la verifica della regolarità contributiva tramite Durc prima dell’affidamento dei lavori.
Viene favorita la stabilità occupazionale, tramite convenzioni, con rapporti di lavoro che da 104 giornate salgono ad un minimo di 120 giornate garantite. Potranno essere definiti meccanismi per assicurare il recupero di eventuali assenze per permessi previsti dalla Legge 104.
Per il contrasto e la prevenzione delle molestie sessuali e del mobbing sono introdotte, tra l’altro, attività di promozione e sensibilizzazione in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Per quanto riguarda il welfare, sono previsti miglioramenti per il Filcoop, con l’aumento della contribuzione complessiva a 100 euro per i lavoratori a tempo indeterminato, di cui 74 a carico dell’azienda e 26 a carico del lavoratore: per la prima volta viene superata la contribuzione paritetica tra azienda e lavoratore.
Dal 1 gennaio 2025 saranno iscritti al fondo sanitario anche i lavoratori a tempo determinato che nel triennio precedente hanno effettuato almeno 360 giornate: per loro la contribuzione aumenta di 34 euro annue a carico dell’azienda, per un totale di 70 euro di cui 52 a carico dell’azienda e 18 a carico del lavoratore.
A partire dal prossimo anno aumenta anche l’importo dell’indennità di cassa da 25 a 35 euro.
Diversi miglioramenti riguardano inoltre i congedi e permessi retribuiti, con 8 ore di permesso per l’assistenza del coniuge, figli ed affini di primo grado nell’ipotesi di ricovero e/o dimissioni da strutture socio-sanitarie e/o di day hospital, o inserimento in asilo nido.
Vengono estese le casistiche che consentono di poter anticipare parte del Tfr.
Aumenta anche l’indennità di funzione, che da gennaio 2025 passa da 180 a 230 mensili per i quadri di 1° livello e da 125 e 160 mensili per i quadri di 2° livello.
Dal 1 agosto 2024 la percentuale di maggiorazione di lavoro festivo per gli operai agricoli passa da 35% a 40%.
In via sperimentale agli operai agricoli che effettuano turni per almeno 6 mesi consecutivi è riconosciuta un’ulteriore indennità di 1 euro per ogni turno.
“Con questo rinnovo – concludono Rota, Mininni e Mammucari – si afferma il valore della contrattazione e delle relazioni industriali e sindacali per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. Inoltre, alla luce delle specificità dei settori a cui si applica questo contratto, riteniamo necessario avviare sin da subito un forte impegno per i rinnovi dei contratti di secondo livello, in modo da poter redistribuire ulteriormente la ricchezza prodotta a livello territoriale e aziendale, così come previsto dagli attuali assetti contrattuali”.
Rottura del tavolo di trattiva per il rinnovo del CCNL Cooperazione agricola
Proclamato lo stato di agitazione: blocco delle flessibilità, degli straordinari, delle festività, delle domeniche e patrono, sciopero il 1° luglio per l’intera giornata
A cinque mesi dall’apertura del negoziato tra Fai-Flai-Uila e Agci-Agrital, Fedagripesca-Confcooperative e Legacoop-Agroalimentare, si sono interrotte il 13 giugno 2024, durante la riunione plenaria, le trattative per il rinnovo del CCNL per i lavoratori dipendenti delle Cooperative e Consorzi agricoli, scaduto il 31 dicembre scorso.
Ne danno notizia le segreterie nazionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil che giudicano assolutamente insoddisfacenti le risposte delle controparti rispetto alle rivendicazioni sindacali, soprattutto sul versante salariale.
I sindacati hanno ribadito la centralità dell’aumento economico in questo rinnovo, evidenziando che la richiesta, contenuta nella piattaforma sindacale, ha l’obiettivo di salvaguardare la crescita dei salari per il prossimo quadriennio, recuperando anche la perdita del potere di acquisto delle retribuzioni fortemente eroso dalla fiammata inflattiva degli ultimi anni.
“In Friuli Venezia Giulia, sottolineano le segreterie regionali di Fai Flai e Uila, sono presenti importanti realtà produttive a segnale di quanto il mondo Cooperativistico sia rilevante anche in Friuli Venezia Giulia, dalla produzione di vini, di frutta e verdura, di cerali, di farinacei e molto altro e che grazie alla professionalità delle maestranze occupate permette produzioni di assoluta eccellenza. E’ pertanto fondamentale anche per la nostra Regione restituire dignità e valore alla competenza e all’impegno di migliaia di lavoratrici e lavoratori essenziali per la produzione del nostro Made in Italy. Auspichiamo che questo grido di rabbia e protesta consenta la ripresa del confronto su basi più costruttive”.
La delegazione trattante di Fai-Flai-Uila ha già definito le iniziative di mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, con il blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità a partire da lunedì 17 giugno, assemblee in tutti i siti produttivi e la proclamazione di una giornata di sciopero nazionale il prossimo 1° luglio che sarà articolata a livello territoriale.
LAVORO: RINNOVATO IL CCNL QUADRI E IMPIEGATI AGRICOLI, SODDISFAZIONE DEI SINDACATI
È stato sottoscritto nella notte, tra Confederdia, Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e Confagricoltura, Coldiretti, Cia, presso la sede di Confagricoltura a Roma, il rinnovo del CCNL per i Quadri e gli Impiegati agricoli, scaduto il 31 dicembre 2023 e valido per il quadriennio 2024-2027.
Le organizzazioni sindacali esprimono soddisfazione per il raggiungimento, dopo una lunga e intensa trattativa, di un accordo che valorizza la professionalità degli oltre 22 mila lavoratrici e lavoratori del comparto e risponde alla necessità di rafforzare il potere di acquisto delle retribuzioni perso in questi ultimi anni a causa della spirale inflattiva.
L’aumento retributivo definito per il biennio 2024-2025 è pari al 6,9%, di cui il 5% verrà corrisposto a partire dal 1° aprile 2024, e sarà quindi disponibile già nella prossima busta paga, e il restante 1,9% dal 1° gennaio 2025.
Previsto un incremento di 50 euro, da 470 a 520 euro, del contributo a carico dei datori di lavoro per il fondo di assistenza sanitaria integrativa e, sul versante della previdenza complementare, viene prorogato il contributo aggiuntivo di 10 euro mensili a carico dei datori di lavoro per tutta la vigenza contrattuale.
Importanti conquiste sono state raggiunte nell’ambito della conciliazione dei tempi vita-lavoro: 8 ore all’anno saranno utilizzabili in permessi retribuiti per l’assistenza degli anziani e la malattia dei bambini fino a 8 anni; previsti 6 mesi di aspettativa non retribuita in caso di patologie oncologiche e grandi interventi chirurgici e introdotti inoltre 3 giorni di permessi retribuiti ad evento in caso di decesso o di grave infermità del coniuge, del convivente, di un parente entro il secondo grado e in caso di decesso di un affine di primo grado.
Tra gli altri elementi significativi sul versante normativo si sottolineano l’inserimento di diversi nuovi profili professionali, al fine di valorizzare le competenze e le professionalità dei lavoratori, e la regolamentazione del lavoro agile.
COOPERAZIONE AGRICOLA, SINDACATI: INTERROTTE TRATTATIVE RINNOVO CCNL, PROCLAMATO SCIOPERO IL 1° LUGLIO
Roma, 14 giugno 2024 Dopo cinque mesi dall’apertura del negoziato tra Fai-Flai-Uila e Agci-Agrital, Fedagripesca-Confcooperative e Legacoop-Agroalimentare, si sono interrotte ieri, durante la riunione plenaria, le trattative per il rinnovo del CCNL per i lavoratori dipendenti delle Cooperative e Consorzi agricoli, scaduto il 31 dicembre scorso.
Ne danno notizia le segreterie nazionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil che giudicano assolutamente insoddisfacenti le risposte delle controparti rispetto alle rivendicazioni sindacali, soprattutto sul versante salariale.
I sindacati hanno ribadito la centralità dell’aumento economico in questo rinnovo, evidenziando che la richiesta, contenuta nella piattaforma sindacale, ha l’obiettivo di salvaguardare la crescita dei salari per il prossimo quadriennio, recuperando anche la perdita del potere di acquisto delle retribuzioni fortemente eroso dall’infiammata inflattiva degli ultimi anni.
“È necessario restituire dignità e valore alla professionalità e all’impegno di lavoratrici e lavoratori essenziali per la produzione delle eccellenze del nostro Made in Italy, come già dimostrato non solo durante il periodo della pandemia da Covid-19, che meritano risposte adeguate ed utili al rinnovo del contratto anche nel comparto della cooperazione agricola”, hanno dichiarato Fai, Flai e Uila. “Auspichiamo che questo grido di rabbia e protesta consenta la ripresa del confronto su basi più costruttive”.
La delegazione trattante di Fai-Flai-Uila ha già definito le iniziative di mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, con il blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità a partire da lunedì 17 giugno, assemblee in tutti i siti produttivi e la proclamazione di una giornata di sciopero nazionale il prossimo 1° luglio che sarà articolata a livello territoriale.
AGRICOLTURA: LAVORATORI STRANIERI SUPERANO LA SOGLIA DEL 50% NEL SETTORE AGRICOLO
Udine, 10 aprile 2024. Per la prima volta i lavoratori di nazionalità straniera – con contratto a tempo determinato – sono la maggioranza della forza lavoro nel settore agricolo a tempo determinato in Friuli Venezia Giulia.
Gli occupati in agricoltura di origine straniera – sottolinea il Segretario Generale FAI Cisl FVG, Stefano Gobbo – per la prima volta hanno oltrepassato la soglia del 50% in regione, sul complessivo degli occupati a tempo determinato, attestandosi al 51,44% per un totale di 7983 su 15519 lavoratori complessivi, segnale che il settore primario non può più sotto stimare: gli addetti di componente “migrante” sono ormai indispensabili per la tenuta e l’esistenza del settore stesso.
Se analizziamo i dati, pubblicati dall’INPS negli ultimi sette anni, è evidente come la loro presenza sia diventata fondamentale anche in Friuli Venezia Giulia, influenzata indubbiamente dagli scenari politici e di guerra che, ne variano l’etnia di provenienza. Se nel 2017 le nazionalità straniera prevalente era la Romania con 2.311 occupati per ridursi a 1.511 l’anno scorso, nel 2023 al primo posto c’è quella Pakistana che dai 76 lavoratori del 2017 è passata ai 1.922 nel 2023, in crescita anche quella del Bangladesh che da 32 occupati è aumentata di oltre dieci volte arrivando ai 393 lavoratori del 2023; ed è solo un esempio che conferma il cambio di provenienza in atto tra gli stagionali stranieri dell’agricoltura, sempre più in arrivo dai paesi asiatici e meno dell’Est Europa e transfrontalieri. Da segnalare come il numero di occupati di origini Pakistana, vari anche in funzione della presenza dei centri di accoglienza. E’ significativo infatti, l’esempio di Gradisca d’Isonzo dove nel 2020 vi erano 82 lavoratori “residenti” che hanno trovato occupazione nel settore, per decuplicarsi fino ai 393 addetti del 2023.
Un altro dato che conferma queste nuove forme di immigrazione, rilevante da evidenziare per il settore agricolo, si riferisce alle partite iva aperte per servizi connessi all’agricoltura, ovvero aziende senza terra, su un complessivo di 190 nuove attività avviate tra l’anno 2021 e 2022, 154 sono intestate ad immigrati: di queste 64 a persone di etnia Pakistana, aziende che assumono propri connazionali, attraverso un regolare contratto di lavoro, ma che nascondono, come sempre più frequentemente ci viene denunciato dagli stessi lavoratori, irregolarità e condizioni di sfruttamento lavorativo, mancata denuncia delle giornate, mancati pagamenti degli stipendi, mancata sorveglianza sanitaria e norme sulla sicurezza del lavoro a dir poco ignorate. Un ulteriore dato utile per comprendere il fenomeno è quello delle giornate di lavoro denunciate, su 1922 lavoratori pakistani la media pro-capite risulta essere di 54 giorni, poco più di 2 mesi lavoro e per chi conosce le fasi lavorative in agricoltura è difficile da comprendere come la natura si possa fermare per gli altri dieci mesi.
A fronte dei dati ufficiali sopra esposti, crediamo come FAI Cisl FVG, che non sia necessario incrementare le quote previste nel decreto Flussi, come recentemente richiesto peraltro dalle organizzazioni professionali. E’ chiaro che le quote sono già presenti in Italia, l’ultimo click-day, con il rilevante numero di richieste d’ingresso presentate ed i primi accertamenti effettuati dalle autorità, ha evidenziato un mercato parallelo di compra vendita delle quote. Dobbiamo, invece, essere noi capaci di mettere in atto percorsi concreti di integrazione e convivenza con gli immigrati già presenti, perché queste persone possano lavorare nella legalità. E’ necessario costruire in rete percorsi sociali, qualificati e innovativi che portino questi lavoratori fuori dall’isolamento e li rendano autonomi: percorsi formativi linguistici e professionali, servizi capaci di contrastare l’emarginazione e lo sfruttamento, rendere accessibile e fruibile alloggi regolari.
Come FAI Cisl FVG siamo coscienti che per il comparto la carenza di manodopera è diventata strutturale e allora – conclude il segretario regionale Gobbo Stefano – come possiamo immaginare di non trovare soluzioni adeguate per integrare, nella massima legalità queste persone? È sui territori che si gioca la riuscita delle politiche di integrazione e dove conoscenza e azione devono essere promosse insieme, per combattere sfruttamento e segregazione lavorativa dei lavoratori immigrati, puntare su nuove interazioni con tutti gli attori coinvolti nella gestione del mondo del lavoro agricolo per chiedere assieme la modifica di alcune norme legislative che non facilitano l’ingresso dei richiedenti asilo o protezione internazionale nel comparto e nella massima legalità.
Rinnovato il CIRL per i dipendenti delle Cooperative Agricole e loro Consorzi del Friuli Venezia Giulia
Udine, 06 marzo 2024 – E’ stato sottoscritto in data odierna, presso la sede di Confcooperative FVG a Udine, il rinnovo del Contratto Integrativo Regionale del Friuli Venezia Giulia per i dipendenti delle imprese cooperative agricole e loro consorzi.
La trattativa tra le Segreterie Regionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil insieme a Confcooperative Legacoop AGCI del FVG, ha portato degli importanti miglioramenti normativi e retributivi per i lavoratori occupati nelle circa 130 aziende attive in regione, che attendevano questo rinnovo dal primo Luglio 2022.
Il settore, fondamentale per l’economia e l’occupazione regionale con un fatturato che si attesta sui 500 milioni di euro, si caratterizza per il fatto di essere applicato ad un’ampia ed eterogenea platea di cooperative, per dimensioni e per settore merceologico. Si è raggiunto un equilibrio tra le esigenze di aumenti salariali per i lavoratori e la sostenibilità economica per le imprese cooperative agricole che ha dovuto come altri comparti, affrontare, nell’ultimo triennio problematiche comuni, dall’emergenza pandemica, al conflitto bellico russo-ucraino che hanno portato all’aumento dei costi fissi per le imprese, dall’energia alle materie prime, senza dimenticare l’innalzamento del tasso di inflazione che ha inciso sulle buste paghe delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto, a cui questo rinnovo mira a dare risposte concrete anche in termini reddituali.
“Tra i contenuti più importanti dell’accordo – informa Stefano Gobbo, Segretario Generale Fai Cisl FVG – che interessa settori strategici, come ad esempio le Cantine di produttori oppure i Vivai per la produzione delle Barbatelle, passando per le cooperative forestali, latterie turnarie, allevamenti, indubbiamente l’aspetto economico è di rilevante importanza a tutela del reddito delle lavoratrici e dei lavoratori, ma da altrettanta rilevanza sono i miglioramenti della parte normativa, come ad esempio la garanzia della continuità lavorativa in caso di cambio di appalto, il diritto di riassunzione, le pause pranzo, quindi maggiori tutele, ribadisce Gobbo, in un settore così frammentato, dove occorrerà mettere in atto percorsi, attraverso il comitato paritetico regionale, ed azioni concrete, che possano portare ad uno sviluppo del settore.”
Tra i diversi articoli migliorati o integrati la FAI Cisl FVG evidenzia:
- Per la parte economica un incremento del 10% del CIRL in due trance 80% da subito il restante 20% dopo 12 mesi.
- Una Tantum pari a 100 euro per il periodo di vacanza contrattuale, 100,00 euro per gli operai a tempo indeterminato mentre per i tempi determinati ricalcolato in base alle giornate lavorate.
- migliorate le indennità cassa e mezzi di trasporto, aumentate le percentuali dello straordinario, straordinario festivo e lavoro supplementare.
- Migliorate le diarie in caso di missione o trasferte.
- In materia di orario di lavoro e stata definita la pausa pranzo di 30 minuti per chi effettua le 8 ore di lavoro consecutive.
“E’ stato un rinnovo con momenti di confronto “forte” in cui solo grazie alla nostra capacità si è evitata la rottura delle trattative – commenta Andrea Menegoz segretario regionale Fai Cisl Friuli Venezia Giulia – nei vari incontri per raggiungere l’intesa, le organizzazioni sindacali ed i rappresentanti datoriali, non hanno mai esitato a sostenere con fermezza le proprie posizioni, ma sempre con la volontà di trovare delle soluzioni funzionali ed innovative per il territorio e per il comparto. Si tratta di un’intesa – conclude Menegoz – che riconosce e valorizza i lavoratori che ogni giorno creano prodotti tradizionali e innovativi molti esportati all’estero con grande professionalità”
Protesta agricoltori
Sul quotidiano online InTerris lunga intervista al nostro Segretario Generale Onofrio Rota: “Intervenire con la giusta flessibilità senza smontare le conquiste ambientali e sociali; i fondi non possono essere a pioggia, devono garantire dignità lungo tutta la filiera”
“Difficile lamentare la scarsità di risorse economiche dedicate all’agricoltura, semmai è fondamentale che queste risorse, che siano stanziate dall’Europa o dai singoli governi, giungano con tanto di relativa assistenza fiscale anche alle tante piccole e medie imprese che costituiscono una parte fondamentale della nostra agricoltura, per facilitare i necessari investimenti su formazione e nuove competenze, certificazioni, qualità e tracciabilità dei prodotti, innovazioni tecnologiche per la sostenibilità ambientale dei processi produttivi. Questo per dire che non basta prevedere un budget. I fondi non possono essere ‘a pioggia’ ma devono innalzare la qualità delle produzioni e del lavoro, in questo senso siamo tutti sulla stessa barca: aumentare i redditi degli agricoltori è importante anche per garantire la dignità dei lavoratori lungo tutta la filiera, per avere più reddito, più stabilità occupazionale e più sicurezza sul lavoro”.
Lo afferma il Segretario Generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, in una lunga intervista pubblicata dal quotidiano online In Terris sulle manifestazioni degli agricoltori.
Il leader della Federazione agroalimentare cislina invita a non semplificare questioni così complesse: “La sfida non è affossare le politiche ambientali o la Pac, ma intervenire sulla sua revisione di medio periodo e con la giusta flessibilità per ogni singolo Paese, per dare risposte immediate senza smontare le conquiste ottenute sul piano ambientale o sociale, come la condizionalità che riduce i fondi pubblici, o li taglia nei casi più gravi, alle imprese che non applicano i contratti e sfruttano i lavoratori; sono principi di buon senso, non possono essere considerati semplice burocrazia”.
“Non bisogna permettere che si mettano in contrapposizione agricoltura ed ecologia – prosegue Rota – anche perché, come ripetiamo da sempre, i migliori custodi dell’ambiente sono proprio le tute verdi, categorie strategiche per affrontare la transizione ecologica; semmai questo errore è stato fatto dall’Ue per alcune strategie scritte senza il sufficiente coinvolgimento delle associazioni agricole, ecco perché oggi si è dovuto fare marcia indietro su agrofarmaci e fertilizzanti. Però questa è una via da non abbandonare: dobbiamo salvaguardare assieme la sostenibilità economica e quella ambientale e sociale”. Quanto ai manifestanti, afferma il sindacalista: “Vanno ascoltate le istanze ma devono essere di buon senso e devono rispettare le scelte delle associazioni agricole che a differenza di certi movimenti hanno alle spalle un percorso di democrazia e partecipazione trasparente. Non ci piacciono i populismi, vedo un certo qualunquismo in questi movimenti, come fu per i forconi dieci anni fa, sentiamo attribuire all’ambientalismo e all’Europa la colpa di qualsiasi cosa, e anche i consumatori rischiano di essere disorientati”.
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